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Uniamoci sotto il nome di Schmit, l’unico avversario alla deriva estremista dell’UE.

Il mondo sta cambiando, in tutti gli ambiti: riscaldamento globale, nuove guerre, migrazioni di massa, rivoluzione digitale e tanto altro. In questo putiferio fatto di innovazioni, che se non domate a dovere potrebbero dare ragione a chi denuncia la loro pericolosità, anche la politica deve cambiare. E quale migliore occasione se non le europee di questo giugno?

Ne abbiamo avuto un esempio perfetto noi italiani, quando a settembre di ormai due anni fa il Parlamento veniva conquistato da forze di destra che di moderato hanno poco. 
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In Basilicata si sta consumando il primo atto della morte del campo largo (sul Giovane Avanti)

Una riflessione sulle regionali in Basilicata, sul Giovane Avanti:

C’era un tempo in cui la proposta del “campo largo” sembrava la soluzione al traballante mondo del centro-sinistra. Un campo, quello dell’alleanza PD-M5S, che sembrava l’unica scelta pragmatica per avere anche solo la possibilità di competere con il centro-destra (che ora assomiglia di più a un blocco FDI e “alleatini”). Quel tempo era la fine del mese scorso, in cui Alessandra Todde, sostenuta dall’opposizione intera stranamente unita, vinceva il trono della Regione Sardegna. Un attimo di luce, di speranza, per coloro che fin dal 2019, al tempo il segretario Dem era Nicola Zingaretti, avevano supportato l’alleanza giallo-rossa. Un’idea che però, a causa della sola motivazione utilitaristica, sembra ormai naufragare. Ne è un esempio la recentissima sconfitta elettorale in Abruzzo dove…

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Una resa è una resa.

🇻🇦 Le parole del Papa sono inaccettabili! Come può qualcuno pensare che una resa incondizionata dell’Ucraina possa assicurare un futuro di prosperità agli ucraini? Il piano di Putin è semplice: sterminare il popolo ucraino. L’ha detto e ridetto più volte. 

📣 Mi sembra ormai chiaro che tante personalità del nostro mondo occidentale (conservatori americani, finti pacifisti e ora anche il Santo Padre) stiamo attuando un’operazione più politica che fattuale. Questo perché? Probabilmente la causa è la, giustificabile, esasperazione di tanti cittadini nei confronti della guerra. 

🇷🇺 Quello che però bisognerebbe fare è mettere le carte sul tavolo e spiegare come questo non sia uno dei tanti conflitti sparsi per il mondo, ma una guerra tra Occidente e oriente. Putin si è sempre espresso contrario al nostro stile di vita e c’è chi, nonostante tutto, gli dà ancora ragione. 

📌 Dovremmo tutti ricordare a Francesco che una resa è una resa, punto. Kiev e il suo popolo non si salveranno in questo modo.

L’ITALIA È UN PAESE DEMOCRATICO

Forse in Israele non funziona così, ma in Italia vige la libertà di parola. Se qualcuno vuole esprimere la propria opinione, specie su tematiche importanti come una guerra, è liberissimo di farlo. Purtroppo Alon Bar, l’ambasciatore israeliano in Italia, non è d’accordo. Il diplomatico ha espresso dichiarazioni molto dure nei confronti di Ghali e del festival di Sanremo in generale. Ciò a causa di quello che nell’ultima serata dell’evento ha detto il cantante. Una triste verità, di cui tutto il mondo è a conoscenza ma che non viene mai ribadita abbastanza: è in corso un genocidio nei confronti dei palestinesi. Il governo israeliano continua incessantemente a bombardare la striscia di Gaza uccidendo decine di migliaia di cittadini inermi. Un terrificante nazionalismo travestito da patriottismo, in cui si cerca di mascherare l’assurda volontà di occupare terre straniere con la difesa della nazione. Secondo AlonBar al festival sanremese non si dovrebbe parlare di politica, a meno che non si prendano le parti di Gerusalemme. Ma d’altronde cosa ci aspettiamo? Israele non assomiglia per niente a un luogo in cui liberi cittadini possano esprimere la propria opinione senza che ci sia una qualche forma di ritorsione. Qualcuno dica all’ambasciotore Bar che nessuno a Sanremo ha giustificato Hamas per gli attacchi del 7 ottobre, ma era ora che qualcuno prendesse le parti della Palestina sul più grande palco mediatico del paese.

La croce celtica di Acca Larentia verrà cancellata – urli e fischi verso la destra

Il mio articolo sulla rimozione della croce celtica di Acca Larentia – online sul Giovane Avanti

https://www.giovaneavanti.org/giovaneavanti/la-croce-celtica-di-acca-larentia-verra-cancellata-urli-e-fischi-verso-la-destra


Con una risoluzione promossa dal Partito Democratico e votata favorevolmente da tutte le forze politiche, esclusa la destra, il comune si attiverà per cancellare l’enorme croce celtica che ormai da decenni occupa il piazzale proprietà dell’INPS. Non si può non ringraziare Rosa Ferraro e Fabrizio Grant, presidenti delle Commissioni Politiche Sociali e Politiche Scolastiche del VII Municipio, primi firmatari del testo. Non sono mancate le repliche della destra, la quale però non ha partecipato al voto contribuendo di fatto all’approvazione dell’atto. Il tema maggiormente tirato in ballo è stato quello dell’uccisone dei due militanti dell’allora MSI nel 1978, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. La risoluzione, che si configura meramente come atto politico, invita l’ufficio decoro del Comune a cancellare la croce celtica del Piazzale Acca Larentia. A detta di chi scrive però la questione non si chiuderà qui. Ormai da anni il dibattito locale si muove in tal senso e solo ora, a causa della portata mediatica di quanto accaduto a inizio mese, le istituzioni stanno agendo. Comunque la risoluzione, come è stato chiarito sia dal Presidente del Municipio che dalle forze politiche firmatarie, non chiede di rinunciare alla commemorazione istituzionale. Evento che però è slegato dalle parate che accadono in seguito, sotto lo sguardo attonito della comunità.

“Delia non si salva grazie al principe azzurro”. E ormai chiaro che, purtroppo, la lotta per la parità di genere non rientri nei classici canoni di un tempo. Oggi, ma in realtà anche in passato, ci sono donne che non hanno nessuna intenzione di sostenere la causa femminista. E con questo non intendo il futile discorso del “Eh ma le femministe sono estremiste”.

Sempre più donne anti-femministe stanno finalmente uscendo allo scoperto. Tante mogli, madri, fidanzate – ma anche politiche e dirigenti – ammettono che l’uomo debba avere tutto il potere, famigliare o sociale. Oggi che a capo del governo c’è una donna, pare chiaro come non basti non essere uomo per essere femminista.

Per questo è necessario che tutt* |* femminist*, uomini o donne che siano, si sforzino di portare avanti questa lotta. In questo contesto un film come “C’è ancora domani”, scritto e interpretato da Paola Cortellesi, diventa un punto di riferimento per tutt* noi.

Il governo taglia i fondi per il contrasto ai DCA

🟣I Disturbi del Comportamento Alimentare sono la seconda causa di morte tra i giovani, con un aumento significativo da 680.569 persone nel 2019 a 1.680.456 nel 2023.

🟣Nonostante i più di 3 milioni di pazienti in Italia, il Governo Meloni ha trascurato il rifinanziamento del fondo da 25 milioni per contrastare i DCA. Il ministro Schillaci ha annunciato solo 10.000 euro di finanziamento.

🟣lI rischio di chiusura dei centri di assistenza è elevato, con la prospettiva di meno professionisti, accesso alle cure più difficile e conseguente compromissione dell’efficacia delle terapie.

🟣È urgente una strategia a lungo termine per includere i DCA nei Livelli Essenziali di Assistenza, garantendo un budget dedicato. La salute mentale è un diritto non un privilegio.

La scuola del Made in Italy doveva essere il fiore all’occhiello della politica meloniana. Un concentrato di nazionalismo e arretratezza, tanto che solo una manciata di scuole su tutto il territorio nazionale hanno deciso di aderire. A mio dire scelta poco saggia data la totale impreparazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Non esistono linee guida, i libri di testo non sono stati stampati (probabilmente nemmeno scritti), ma soprattutto non ci sono risorse. Già il sistema scolastico italiano versa in una condizione deprorevole, su tutti i campi dalla preparazione di gran parte del personale docente ai problemi strutturali delle scuole. L’arroganza meloniana di voler tirare fuori un nuovo liceo dal nulla più assoluto la pagheremo noi cittadini.

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