La meritocrazia non vale in casa Sangiuliano.

Questa è la ciliegina sulla torta. Lo stesso governo che tanto sbandiera la loro finta meritocrazia a destra e sinistra, cambiando radicalmente la nostra concezione dell’istituzione scolastica, oggi decide di affidare incarichi ministeriali alla cieca.

Pensate, il nostro caro ministro Sangiuliano, che in passato si è dimostrato abbastanza ignorante su quasi tutti gli argomenti, decide di assumere un’influencer (a titolo gratuito per fortuna) come “Consigliere per i grandi eventi”. Che detta così può sembrare un nonnulla e invece il 20 settembre a Pompei si terrà il G7 della cultura, per l’appunto un grande evento. Siamo tornati nei discorsi dei nostri nonni, che a noi ormai sembravano esagerazioni, in cui pur di fare favori venivano assegnati incarichi delicati a completi incompetenti. Io ora non voglio fare il nome dell’ influencer coinvolto, anche perché probabilmente già la conoscete. Dopotutto, lo sbaglio non l’ha commesso lei. Chi si trova in fallo è il nostro caro ministro, che non solo dovrebbe avere un codice di condotta morale tale da impedire cose del genere, ma che dovrebbe incarnare il più alto grado culturale presente in questo paese. Bene, se la cultura di Sangiuliano è quella di regalare ad amici e parenti poltrone qua e là, allora è bene che si dimetta.

Rocca non ha mai preso la metro.

Certo che Rocca la metro non l’ha mai presa, perché se l’avesse fatto si sarebbe reso conto che tagliare ben 40 milioni destinati al Comune per i mezzi di trasporto è una follia. In special modo in un momento in cui la Capitale si prepara ad ospitare un giubileo, il che vuol dire milioni e milioni di turisti che semplicemente sovraccaricheranno un sistema di mezzi di trasporto che, diciamocelo onestamente, lascia molto a desiderare.

Infatti stando a Roma Today e a tante altre testate che l’hanno seguita, la Regione presieduta da Francesco Rocca ha deciso di diminuire i fondi destinati a Roma Capitale per i mezzi di trasporto da 240 a 200 milioni. Ora, evidentemente Rocca non è mai salito su un autobus o su un tram di Roma, ma a voi sembra possibile, non solo non dare più soldi ma anzi darne di meno? Questa però è la decisione della regione Lazio, un ente territoriale che è gestito da un determinato partito. E voi potreste pensare che non dovremmo ragionare con logiche politiche quando si tratta dell’amministrazione di una città. Beh, evidentemente le cose non stanno così. Fateci caso: ogni organo al di sopra di Roma Capitale è gestito dalla maggioranza parlamentare. Invece la città, che è amministrata da un partito dell’opposizione, si trova a ricevere meno fondi di quanto previsto in un momento molto delicato.

Non è difficile sapere che i mezzi pubblici qua a Roma offriranno un servizio meno efficiente del solito fino alla fine dell’anno. Ma questo perché si stanno preparando per affrontare un evento che capita molto di rado, cioè il giubileo. E voglio ripeterlo: in un momento, che di fatto possiamo definire storico, perché per la prima volta l’amministrazione si sta muovendo su tutti i fronti per migliorare i mezzi pubblici, la Regione, il Ministero e il Governo gli tagliano le gambe. È evidente che Rocca non ha mai preso la metro in vita sua, perché se l’avesse fatto non si sarebbe mai sognato di togliere fondi per la sua ristrutturazione.

Dimenticavo un’ultima cosa, stando sempre a Roma Today ora che il Comune ha 40 milioni di euro in meno si troverà costretto, per sostenere le enormi spese che ha sulle spalle, ad alzare il costo del biglietto a due euro. E per chi non si può permettere un abbonamento, mensile o annuale che sia, pagare due euro all’andata e due euro al ritorno ogni giorno diventa una spesa non sostenibile. E quindi Roma, che è la capitale di un enorme paese occidentale, tra più ricchi al mondo, si riempirà di persone che non solo non possono permettersi di muoversi con una macchina privata ma nemmeno con i mezzi di trasporto pubblico.

Perché Benedetta Pilato non può essere felice?

Le parole usate contro Benedetta Pilato, atleta olimpionica di 19 anni, sono forse la migliore dimostrazione di come questa società voglia imporci uno stile di vita che non è il nostro. Com’è possibile dire a una ragazza, che tra l’altro è già vincitrice di un oro mondiale, che non può essere felice per aver raggiunto il quarto posto. Perché queste sono le parole che la Rai ha riservato per lei. Qualcuno, forse tanti, della vecchia generazione dovrebbe capire che non sempre si può raggiungere il massimo. E se anche fosse, forse il suo massimo è questo, dato che quello raggiunto a Parigi è il suo secondo miglior tempo di sempre. Pilato si trova al quarto posto di una gara di caratura mondiale, alle olimpiadi, e non le permettono di essere felice. Ciò si collega con tutto quello spirito, poco sportivo, che viene riservato a noi giovani. Non c’è differenza dalle critiche riservate a qualcuno che non riesce a laurearsi “in tempo”, che trova lavoro un po’ più tardi del solito, o che magari frequenta il liceo per più di cinque anni. Lasciateci vivere la nostra vita come vogliamo, perché non siamo lo specchio in cui i vostri sogni mai avverati possono riflettersi.

La guerra tra poveri

In queste ore sta circolando sul web il video di un camionista che sorprende delle donne migranti nel rimorchio del suo camion, nei pressi del confine di Ventimiglia. Ciò che sorprende non è tanto l’evento in sé ma il modo in cui l’uomo tratta queste donne, prese a cinghiate nel momento in cui sono apparentemente inermi. L’uomo ora, secondo le testate, rischia una condanna per esercizio arbitrario della propria ragione. Per quanto sia vero che la reazione dell’uomo è inutilmente spropositata e che le immagini sono abbastanza crude, non credo che si possa dare un giudizio troppo affrettato sulla vicenda. Chi pensa che in questo caso esista un buono e un cattivo, una parte giusta e una ingiusta, evidentemente si è soffermato troppo poco a ragionarci. Qualche anno fa si parlava di “guerra tra poveri”, ora sembra che questo concetto sia completamente scomparso nonostante il progressivo e inesorabile cancellamento della classe media. Quello che possiamo imparare da questo video è come due parti, entrambe disperate per motivi diversi, debbano mettersi in contrapposizione a favore di un sistema che evidentemente le sfrutta. Abbiamo sì, delle donne che per avere uno stile di vita ragionevole devono abbandonare ogni tipo di dignità umana, nascondendosi alle autorità europee. Ma abbiamo anche un uomo, proveniente dall’est Europa, che per dare da mangiare alla propria famiglia deve farsi l’intero continente in camion. Ovviamente la reazione dell’uomo è spropositata e da condannare, ma non possiamo attaccarlo da tutti lati. Dobbiamo capire che entrambi le parti, le donne etiopi e l’uomo dell’est Europa, sono vittime di questo sistema. Se la nostra società non inducesse i poveri a farsi la guerra fra di loro allora questo video non sarebbe mai stato registrato. Vogliamo trovare un colpevole? Trovatelo nella nostra società.

Le sorti della guerra a Gaza sono cambiate?

In merito alla questione palestinese, il fronte occidentale sembra frammentarsi. Non solo alcuni stati europei hanno riconosciuto l’esistenza della Palestina come stato sovrano, aprendo ambasciate e dando il via a un serio impegno diplomatico in tal senso, ma è anche arrivato un mandato di arresto per il primo ministro israeliano. La motivazione alla base della decisione di Karim Khan, Procuratore Capo della CPI, sarebbe la convinzione che Bibi Netanvahu e Yoav Gallant, quest’ultimo Ministro della Difesa israeliano, siano responsabili di presunti crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza e nella West Bank. D’altra parte, la CPI ha anche emesso dei mandati d’arresto nei confronti di alti esponenti di Hamas, il gruppo politico-militare che il 7 ottobre, con un’improvvisa invasione terroristica, diede il via al conflitto in corso.

Trovi l’articolo completo su https://politicamag.it/situazione-gaza-sta-cambiando-occidente-frammentato/

Traccia C2: siamo meglio di come volete dipingerci!

Sarebbe interessante vedere quali erano le tracce d’esame negli scorsi anni, giusto per capire se ci fosse un completo disinteresse nei confronti dei più giovani anche prima. Nello specifico, la traccia C2, di “attualità”, riportava un testo del 2014 in cui l’autore riteneva negativo il modo in cui vengono usati i social. Ora, siamo abituati a qualche vecchio che critica i nostri stili di vita, senza un apparente motivo, dall’alto della sua veneranda età. E sono conscio che per la maggior parte di chi lavora al MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) effettivamente tra 2014 e 2024 non vede una così grande differenza. Peccato che in quella decade delle cose sono cambiate. Innanzitutto, oggi i social si presentano come una cosa molto diversa. È lontana l’epoca dei blog e dell’utilizzo di essi in opposizione al tradizionale diario, tesi sostenuta dalla traccia. Oggi, i blog non li usa quasi nessuno. O meglio, io stesso ho questo blog ma come potete vedere non tratta della mia vita personale, su cui cerco di essere abbastanza riservato, ma si concentra su uno specifico tema: quello dell’attualità. Attualità, parola che evidentemente per il Ministro Valditara ha un significato diverso dal nostro. Chi oggi ha nelle proprie mani la nostra cultura deve capire che, soprattutto in questo periodo storico, il tempo è molto relativo. Dicono che il 2014 è contemporaneo, ma in quell’anno non c’era il Covid, la guerra in Ucraina e la Palestina la sentivamo citare solo da qualche radicalizzato. Oppure, non c’era TikTok, l’intelligenza artificiale era cosa riservata a pochi e gli smartphone non avevano le potenzialità che hanno oggi. Anche i social, caro Ministro, sono cambiati molto. Da vetrina alla portata di tutti, com’erano prima, oggi sono parte della nostra quotidianità. Una caratteristica talmente esasperata che la maggior parte dei profili di giovani e giovanissimi hanno una manciata di follower. Mentre nel 2014 le piattaforme continuavano ad essere culturalmente e socialmente una novità, oggi sono parte di noi. E come tale non vogliamo assolutamente che qualche estraneo venga a conoscenza delle nostre abitudini di vita, per l’appunto private. La mia pagina, pagina non profilo, è tematica anch’essa. Non racconta nulla di me, della mia casa o dei miei cari. Oggi, caro Ministro, i giovani hanno la cultura del privato, proprio in opposizione alla tesi della traccia che presumo abbia letto prima di darla in pasto a mezzo milione di studenti. Anzi, se c’è qualcuno che non ha idea di come si utilizzino i social, quelle sono le generazioni precedenti. Non dal punto di vista tecnico, i cinquantenni sono bravissimi a postare o a mettere storie, ma dal punto di vista etico. Non sono i giovani che mettono foto di bambini, che registrano continuamente la loro posizione o che mettono in “bacheca” tutta la loro storia e i loro interessi. Ministro Valditara, siamo meglio di come ci volete dipingere.

Finalmente possiamo dirlo: Fratelli d’Italia è fascista!

Questa è la giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale. Se è così vero che il fascismo è morto, come continuano a ripeterci, perché c’è chi ancora grida “Duce duce”? Com’è possibile che questə ragazzə, che ricordiamolo sono maggiorenni, possono urlare “Presente” alla luce del sole durante la chiusura della campagna elettorale della Meloni? Com’è possibile che una ragazza sia libera di dire “il fascismo nel 2024”, come potete vedere nel video allegato, senza che ci siano per lei delle ripercussioni. Guardate che qui non si parla di ragazzini che scherzano, si parla della futura classe dirigente del nostro paese. Un clima in cui la Meloni evidentemente sguazza dato che erano presenti a questi eventi importanti dirigenti del partito.


Finalmente possiamo dirlo, servendoci di una prova inequivocabile: Fratelli d’Itali e tutto ciò che gli gira attorno è un partito fascista!

Un clima d’odio in cui la Meloni sguazza.

“Il deputato M5S Leonardo Donno prova a consegnare una bandiera dell’Italia al ministro Roberto Calderoli e viene espulso dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. A questo punto, alcuni parlamentari della destra si sono messi in mezzo e “il leghista lezzi lo ha colpito con dei pugni ripetutamente sulla testa – riferisce Nicola Fratoianni – ed è stramazzato a terra”. Il deputato M5S è stato portato via dai paramedici in sedia a rotelle.” (Fonte: Repubblica)

Questa è la maggioranza di governo, questo è il clima che si respira in parlamento, queste sono le azioni che Giorgia Meloni e Lorenzo Fontana evidentemente tollerano. Oggi un membro dell’opposizione non è nemmeno più libero di agire nei limiti del suo ruolo, e questo per cosa? Dover far valere la propria idea, imporre un pensiero che la maggioranza degli italiani non condividono. Vogliono a tutti i costi approvare l’autonomia differenziata che, come dice già il nome, creerà delle enormi spaccature sociali ed economiche tra nord e sud. E per farlo ricorrono addirittura alla violenza, in un contesto in cui il governo sguazza. Sono padroni di tutto ma senza prendersi alcuna responsabilità, sono liberi di agire senza render conto a qualcuno. La bassezza della loro politica la di vede in questo tragico video.

Vespa censura l’opposizione.

Vespa tenta di zittire il deputato PD Marco Furfaro quando condanna le posizioni di Vannacci. È inaccettabile che sulla televisione pubblica i membri dell’opposizione non possano esprimere liberamente la loro opinione. Al contrario, chi è dentro partiti neofascisti e di estrema destra può uscirsene come vuole senza avere nessuna responsabilità. Questo è il servizio pubblico italiano, questo è il governo, questo è fascismo.

Manca una settimana al voto.

Ieri si è chiusa la campagna elettorale del Partito Democratico nella circoscrizione centro, ma al voto manca ancora una settimana. Dobbiamo sfruttare questi giorni non per convincere a votare per il PD, ma per convincere le persone ad andare alle urne. Questi mesi di governo Meloni, fatti di continui attacchi alla libertà sotto ogni aspetto, ci dimostrano come anche nelle più solide delle democrazie la guardia non dovrebbe mai venir meno. C’è il pericolo concreto che in Europa vadano determinate persone non perché votate, ma forti di un astensionismo dilagante. Mi raccomando, l’8 e 9 giugno andate a votare, non perché fa comodo a loro ma per avere diritto di parola nella politica che ogni giorno decide della nostra vita.