Con la morte di Silvio Berlusconi sparisce uno degli ultimi “eroi” italiani. Perché tra virgolette? Perché noi l’abbiamo fatto eroe.

Il problema della politica italiana, in particolare nel periodo che va dal 1994, anno in cui vince Berlusconi alle politiche, e il 2014, quando il PD guidato da Renzi vince le europee, è l’immedesimarsi del popolo in una figura politica. Per carità, è giusto che chi guida la nazione sia un punto di riferimento per i suoi elettori, ma non fino a questo punto.

La nostra seconda repubblica, che forse con la morte del Cavaliere giungerà al termine, è stata dominata da titani e non da politici. In entrambi gli schieramenti, parlo di sinistra e destra, c’è stato il tentativo di costruire un eroe, che con le sue capacità potesse salvare il paese. Ed è così che sono nati i vari Berlusconi, Renzi, Salvini, Draghi.

L’Italia è vittima di un fenomeno che confonde con la politica occidentale, ma non è così che funziona. I leader politici europei non sono rimasti a lungo sulle loro poltrone perché considerati eroi della patria, ma grazie a un sistema governativo che riduce al minimo le crisi. Se la Merkel ha governato per 16 anni è perché in Germania c’è la sfiducia costruttiva, un processo per il quale serve un candidato votato da una qualsiasi maggioranza per poter far cadere un governo. In Francia la coabitazione non impedisce al Presidente di rimanere all’Eliseo, è un sistema di certo imperfetto ma almeno garantisce una continuità politica. Nel Regno Unito il partito di maggioranza rimane al governo fino alle successive elezioni, per questo i conservatori hanno avuto tre primi ministri nell’arco di un anno. Noi italiani, che per mille motivi abbiamo un sistema politico instabile e mutevole, pensiamo che inalzando un politico a figura divina si possa risolvere questo problema.

Certo, Berlusconi è il Presidente del Consiglio che più ha governato in assoluto, se pensiamo che nella XIV legislatura c’è stato solo lui. Ma questo è avvenuto grazie a un’alleanza di governo che io ritengo, come del resto un pò tutta l’opposizione, vomitevole. Se metti insieme secessionisti (Lega) e nazionalisti (AN e FdI), guidati da un finto partito liberale (FI), stai solo prendendo in giro i tuoi elettori.

Questa cosa avvenne anche nella XVII legislatura, quando il PD fece la triplette Letta-Renzi-Gentiloni. Il più grande partito della sinistra che si allea con il centro-destra, per ben 5 anni. Io, non so voi, la giudico la morte della politica.

Se fondi la tua strategia politica solo sul carisma del leader di turno, tutto è permesso. Non ci sono più regole morali, comunisti con fascisti. E’ vero che questo punto ci porta anche ad un altro problema: la mancanza di un’ideologia fondante nei partiti. Cos’è Forza Italia? Il partito di Berlusconi? Un partito liberale? Un partito conservatore? Purtroppo solo una di queste è giusta.

Sono un sostenitore dell’unità tra diverse voci, ma queste devono essere compatibili. La nostra politica, fatta di eroi, è ciò che affonderà l’Italia.