Sono passati poco più di quattro mesi dal giuramento del governo più a destra di sempre e ora voglio dire la mia. A Palazzo Chigi siedono tre partiti, senza considerare la lista Noi Moderati che ricopre solo un ruolo marginale, e sono tutti diversi tra di loro. Abbiamo Forza Italia, l più esperti tra tutti, una forza politica che tra il 2001 e il 2013 è stato al governo per dieci anni quasi ininterrottamente. D’altronde il loro leader è Silvio Berlusconi, il Premier secondo-repubblicano per eccellenza, secondo solo a Mussolini per la durata di permanenza sulla poltrona. Poi c’è la Lega, un partito che ha una storia strana: nasce come secessionista con alcuni tratti tipici della sinistra, si evolve in forza politica nazionale con l’aiuto del Cavaliere, arriva a combattere da sola contro tutti con l’appoggio dell’estrema destra. Ora Salvini non ha più i numeri per governare da solo ma rimane comunque una figura esperta nel quadro politico attuale e conosciuta, anche se non per buoni motivi, a livello internazionale. E infine c’è lei, Giorgia Meloni, che con il suo partito-famiglia è riuscita a conquistare questo paese. Nella sua carriera ha fatto parte della maggioranza di governo solo in due occasioni: come Ministro della Gioventù nel quarto governo Berlusconi e ora come Presidente del Consiglio.

I maggiori problemi di questo governo possono essere ricondotti a questo fatto, Fratelli d’Italia nasce come forza di opposizione e lo è tutt’ora. Infatti è la prima volta che gli eredi di Almirante salgono al governo ed è evidente. I principali ostacoli che la Meloni ha incontrato sono dovuti a ciò. Pensiamo un attimo agli attriti che sta avendo con Macron. L’attuale Presidente del Consiglio è sempre stata un’anti-francese, non l’ha mai nascosto. Ha sempre rimarcato la spaventosa attività del paese d’oltralpe in Africa, il modo in cui sfrutta le popolazioni locali e il loro costante “franco-centrismo” nelle questioni internazionali. Naturalmente sono affermazioni che quando quando sei all’opposizione ti portano guadagno, ma nel momento in cui devi collaborare per affrontare nientemeno che una guerra, diventano a dir pico spiacevoli.
Volendo possiamo anche sottolineare la non capacità di affrontare problemi interni, come i flussi migratori incontrollati. È comodo nel 2015, quando la poltrona è ancora solo un miraggio, processare mediaticamente il governo per una strage di migranti. Prova ad affrontare la stessa situazione nel 2023, quando sei tu che avresti dovuto salvarli.

Potremmo stare delle ore a parlare di fatti simili ma penso che si sia capito cosa voglio dire. Una forza che è sempre stata all’opposizione non può guidare una paese in una situazione del genere, con l’onda della guerra che si ingrossa e la crisi che avanza. C’è bisogno di qualcuno che sappia parlare il politichese, che abbia dei rapporti internazionali saldi e cordiali e che soprattutto non abbia un passato di cui vergognarsi.