Non ci serve un segretario che è già ai vertici del partito. Non ci serve qualcuno che non solo ha tollerato ma ha fatto guadagno della linea renziana. Abbiamo bisogno della svolta, non un Homo Novus ma qualcuno che non abbia paura di chiamare i tesserati compagni.

In questi giorni si sta decidendo chi avrà l’onere di guidare il Partito Democratico. Nonostante la crisi che sta investendo la sinistra, quella del segretario Dem rimane una carica prestigiosa. Leader del secondo partito italiano, immagine della democrazia, unico scudo contro la destra illiberale e neofascista. La coalizione a noi avversaria sta facendo la sua fortuna cambiando continuamente guida e linea politica. Prima il finto moderatismo di Berlusconi, poi il sovranismo salviniano e infine il tanto sbandierato conservatorismo di Giorgia. Non dico che dobbiamo fare la stessa cosa, la sinistra, a differenza loro, è fondata sull’ideologia e sulla coerenza. Noi non siamo populisti e non ci voltiamo dove tira il vento. Ma dal magico trio possiamo apprendere una lezione: la politica deve essere dinamica e andare di pari passo con il cambiamento della società. Ovviamente non dobbiamo portare all’estremo questo concetto, semplicemente ogni tanto accadono avvenimenti che ci danno la possibilità di farlo. E’ come una formula matematica: se non la usi non puoi concludere niente di buono. Ora che l’estrema destra è al governo e, nonostante ciò che ci raccontano, il populismo pentastellato fa fatica a ridecollare, ci troviamo di nuovo davanti a uno di quei momenti. Dobbiamo tenere fede a quella legge e cambiare il passo di marcia. Non ci serve un segretario che è già ai vertici del partito. Non ci serve qualcuno che non solo ha tollerato ma ha fatto guadagno della linea renziana. Abbiamo bisogno della svolta, non un Homo Novus ma qualcuno che non abbia paura di chiamare i tesserati compagni. Qualcuno che non abbia paura di prendere il buono del passato e proiettarlo nel futuro. Noi abbiamo bisogno di Elly Schlein, una donna che non vuole comandare ma guidare il Partito in collettività. Abbiamo bisogno di una front-woman che parli alle minoranze, ai lavoratori e ai giovani. Abbiamo bisogno di una segretaria che non abbia paura di perdere, che non faccia alleanze con forze politiche incompatibili con noi. Il 26 settembre scegliete colei di cui abbiamo bisogno.