Il Generale Vannacci è stato “messo a disposizione” delle forze di terra a Roma. Prima era il direttore dell’istituto geografico a Firenze, a me più che una punizione pare una promozione. Quest’”uomo”, che definisce l’odio un sentimento legittimo come l’amore, dopo aver definito la comunità lgbtqia+ “anormale” e aver detto che Paola Enogu “non rappresenta l’italianità”, non solo mantiene il suo lavoro pagato dai contribuenti, ma viene trasferito a Roma, magari con un alloggio pagato dallo stato, quindi sempre con i soldi delle tasse. Ma tranquilli il mondo non va alla rovescia, d’altronde cosa ci aspettavamo da un governo di estrema destra come quello della Meloni? Crosetto dice che se desse punizioni esemplari poi verrebbe criticato per l’estrema durezza, sottolineando il paradosso dato che partito più giustizialista di Fratelli d’Italia, quello del ministro, non c’è. Certo Vannacci è un esperto, magari il migliore che c’è nel suo campo. Ma come deve sentirsi un omosessuale, una donna o un cittadino di origini straniere di fronte a un componente dei vertici militari che non li considera al pari di un essere umano? Come dovrebbe sentirsi il popolo vedendo che il loro diritto di essere protetti dal proprio esercito passa per il colore della pelle o le preferenze sessuali? Come deve sentirsi un essere umano votato al bene leggendo che un generale considera l’odio come un sentimento assolutamente normale?
Se oggi il DDL Zan fosse legge, il generale Vannacci non solo sarebbe stato destituito e allontanato da ogni tipo di istituzione, ma sarebbe stato soggetto a qualche tipo di contravvenzione. E invece no, lo stato italiano decide di rimanere sulle sue posizioni, le stesse di quando gli omosessuali venivano allontanati dalla società. Rimaniamo un popolo omofobo, razzista e sessista, senza fare niente per migliorarci.