Sarebbe interessante vedere quali erano le tracce d’esame negli scorsi anni, giusto per capire se ci fosse un completo disinteresse nei confronti dei più giovani anche prima. Nello specifico, la traccia C2, di “attualità”, riportava un testo del 2014 in cui l’autore riteneva negativo il modo in cui vengono usati i social. Ora, siamo abituati a qualche vecchio che critica i nostri stili di vita, senza un apparente motivo, dall’alto della sua veneranda età. E sono conscio che per la maggior parte di chi lavora al MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) effettivamente tra 2014 e 2024 non vede una così grande differenza. Peccato che in quella decade delle cose sono cambiate. Innanzitutto, oggi i social si presentano come una cosa molto diversa. È lontana l’epoca dei blog e dell’utilizzo di essi in opposizione al tradizionale diario, tesi sostenuta dalla traccia. Oggi, i blog non li usa quasi nessuno. O meglio, io stesso ho questo blog ma come potete vedere non tratta della mia vita personale, su cui cerco di essere abbastanza riservato, ma si concentra su uno specifico tema: quello dell’attualità. Attualità, parola che evidentemente per il Ministro Valditara ha un significato diverso dal nostro. Chi oggi ha nelle proprie mani la nostra cultura deve capire che, soprattutto in questo periodo storico, il tempo è molto relativo. Dicono che il 2014 è contemporaneo, ma in quell’anno non c’era il Covid, la guerra in Ucraina e la Palestina la sentivamo citare solo da qualche radicalizzato. Oppure, non c’era TikTok, l’intelligenza artificiale era cosa riservata a pochi e gli smartphone non avevano le potenzialità che hanno oggi. Anche i social, caro Ministro, sono cambiati molto. Da vetrina alla portata di tutti, com’erano prima, oggi sono parte della nostra quotidianità. Una caratteristica talmente esasperata che la maggior parte dei profili di giovani e giovanissimi hanno una manciata di follower. Mentre nel 2014 le piattaforme continuavano ad essere culturalmente e socialmente una novità, oggi sono parte di noi. E come tale non vogliamo assolutamente che qualche estraneo venga a conoscenza delle nostre abitudini di vita, per l’appunto private. La mia pagina, pagina non profilo, è tematica anch’essa. Non racconta nulla di me, della mia casa o dei miei cari. Oggi, caro Ministro, i giovani hanno la cultura del privato, proprio in opposizione alla tesi della traccia che presumo abbia letto prima di darla in pasto a mezzo milione di studenti. Anzi, se c’è qualcuno che non ha idea di come si utilizzino i social, quelle sono le generazioni precedenti. Non dal punto di vista tecnico, i cinquantenni sono bravissimi a postare o a mettere storie, ma dal punto di vista etico. Non sono i giovani che mettono foto di bambini, che registrano continuamente la loro posizione o che mettono in “bacheca” tutta la loro storia e i loro interessi. Ministro Valditara, siamo meglio di come ci volete dipingere.
Traccia C2: siamo meglio di come volete dipingerci!
