La guerra tra poveri

In queste ore sta circolando sul web il video di un camionista che sorprende delle donne migranti nel rimorchio del suo camion, nei pressi del confine di Ventimiglia. Ciò che sorprende non è tanto l’evento in sé ma il modo in cui l’uomo tratta queste donne, prese a cinghiate nel momento in cui sono apparentemente inermi. L’uomo ora, secondo le testate, rischia una condanna per esercizio arbitrario della propria ragione. Per quanto sia vero che la reazione dell’uomo è inutilmente spropositata e che le immagini sono abbastanza crude, non credo che si possa dare un giudizio troppo affrettato sulla vicenda. Chi pensa che in questo caso esista un buono e un cattivo, una parte giusta e una ingiusta, evidentemente si è soffermato troppo poco a ragionarci. Qualche anno fa si parlava di “guerra tra poveri”, ora sembra che questo concetto sia completamente scomparso nonostante il progressivo e inesorabile cancellamento della classe media. Quello che possiamo imparare da questo video è come due parti, entrambe disperate per motivi diversi, debbano mettersi in contrapposizione a favore di un sistema che evidentemente le sfrutta. Abbiamo sì, delle donne che per avere uno stile di vita ragionevole devono abbandonare ogni tipo di dignità umana, nascondendosi alle autorità europee. Ma abbiamo anche un uomo, proveniente dall’est Europa, che per dare da mangiare alla propria famiglia deve farsi l’intero continente in camion. Ovviamente la reazione dell’uomo è spropositata e da condannare, ma non possiamo attaccarlo da tutti lati. Dobbiamo capire che entrambi le parti, le donne etiopi e l’uomo dell’est Europa, sono vittime di questo sistema. Se la nostra società non inducesse i poveri a farsi la guerra fra di loro allora questo video non sarebbe mai stato registrato. Vogliamo trovare un colpevole? Trovatelo nella nostra società.